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venerdì 31 maggio 2013

Ettore Roesler Franz - Castel Sant'Angelo


Roma sparita nelle opere di Ettore Roesler Franz

Ettore Roesler Franz (1845-1907), pittore italiano vedutista (che prevedeva una pittura incentrata sulla veduta prospettica della città attraverso la camera ottica) padrone assoluto dell'acquarello, unica tecnica secondo l'artista di creare la trasparenza del cielo e delle acque. "La sincerità fa l'artista grande" sosteneva, mentre girava vicoli e cortili della Roma che ora è sparita e dipingendo ben 120 magnifici acquarelli di cui oggi vi proponiamo quello dedicato a Castel Sant'Angelo.


Oggi vi parlo della città dove vivo, attraverso il magnifico lavoro di Ettore Roesler Franz, un bravissimo artista, capace di coglierne attraverso i suoi acquarelli (ben 120) gli aspetti più belli e spesso poco notati di Roma, la città eterna e che per alcuni tratti non esiste più, trasformata negli anni dall'urbanizzazione e dal cemento ma che è sempre in grado, quando meno uno se lo aspetta, di dare agli occhi dell'osservatore amante della città emozioni e colori che poche città al mondo riescono a dare.
Roma è bifronte, come la divinità antica di Giano: è una città che si regge sulle vestigia dell'antico e formidabile impero che per anni governò il mondo, è le sue rovine che raccontano la storia gloriosa della sua ascesa e declino, è gli angoli e gli scorci che la compongono, è la luce che colpisce posti che di solito normalmente non si notano, dandogli una vitalità fuori dall'ordinario, quella grande bellezza che tutti nel mondo invidiano e che ammirano con enorme rispetto.
Roma tuttavia è anche la negazione di sé stessa, è spesso oscura, sempre disordinata, a volte scomoda e incoerente, preda del traffico e della confusione, seducente e ladra nello stesso tempo. Ma guardandola bene, è sempre possibile coglierne la gloriosa bellezza e la sua luce ammaliante che ogni giorno, quando meno lo si aspetta, lascia l'osservatore attento a bocca aperta.
E' una città che si ama incondizionatamente, basta guardare il bellissimo lavoro che vi propongo oggi per farvi capire di cosa parlo, un acquarello che racconta un tratto di quella Roma oramai sparita ma che vive sempre dentro chi la sa guardare con il cuore.
ettore roesler franz roma sparita
Ettore Roesler Franz - Castel Sant'Angelo

venerdì 24 maggio 2013

Edward Robert Hughes - "La bisbetica Caterina"


La bisbetica Caterina secondo Hughes

Il pittore preraffaellita Edward Robert Hughes (1851-1914) ci racconta con il suo splendido dipinto un'altrettanto meravigliosa lezione di psicologia "rosa" narrata dal grande William Shakespeare: "La bisbetica domata", o meglio, la storia di Caterina, donna dal carattere forte la cui indole la porta a rifiutare l'idea del matrimonio combinato per interesse.
L'opera shakesperiana vede la donna opporsi a tutto ciò che gli altri le dicono, fino ad essere pazientemente soggiogata e conquistata da Petruccio, un giovane uomo proveniente da Verona.
Hughes nacque a Londra ed era figlio del pittore Arthur Hughes, e fu un forte fautore dell'estetismo, dipingendo anche con l'acquerello e la tempera ottenendo risultati di altissimo livello.Fu un perfezionista nel suo campo, mai domo dei risultati del suo lavoro perennemente alla ricerca dell'esattezza del tratto e del massimo senso realistico di ciò che voleva rappresentare nelle sue tele, utilizzando tecniche azzardate e metodi molto spesso sperimentali ma dal sicuro impatto.
L'opera di oggi rappresenta pienamente il frutto di questo percorso pittorico così ricercato e fine, e lo si nota osservando l'atteggiamento pensieroso della donna, il dito portato alla bocca e lo sguardo rivolto verso il basso, vestita con un elegantissimo abito rosso, che sembra quasi voler dire, così come Shakespeare ha raccontato:
"Appiana la tua fronte corrucciata, finisci di scagliare dardi dai tuoi occhi,che altro non fanno che ferire il tuo sposo,tuo signore e sovrano! Questo tuo agire sporca la tua bellezza così come il freddo attanaglia i prati verdi,rovinando la tua reputazione allo stesso modo in cui i forti venti di primavera devastano i germogli.
Non è bella a vedersi una donna piena di rabbia,simile ad una fonte torbida, piena di fango,repellente e viscida,senza alcuna attrazione ne fascino; una sorgente da cui nessun uomo, per quanto possa essere assetato, avrà il coraggio di bere anche solo una goccia".
Hughes La bisbetica Caterina
Hughes - La bisbetica Caterina

martedì 14 maggio 2013

Giovanni Segantini - "Le due madri"


Il Divisionismo di Segantini

Affrontiamo oggi per la prima volta un artista esponente del divisionismo, l'eccellente Giovanni Segantini (1858-1899), la cui infanzia difficile e povera lo aveva reso durante gli anni della giovinezza taciturno e solitario, tanto da essere mandato in riformatorio, prima di iniziare a lavorare nel laboratorio fotografico del fratellastro (dove inizierà a concepire la sua personale idea della pittura), per arrivare poi ad aprendere tecniche e strumenti artistici all'Accademia delle Belle Arti di Brera.
E' in quel periodo che il Segantini conosce la donna che resterà al suo fianco per tutta la vita, Bice Bugatti. Nel 1866 inizia ad aderire al movimento divisionista, divenendo nel frattempo un eccellente collaboratore di riviste d'arte.
Nel 1894, dopo essersi trasferito più volte (Milano, Savognin), Giovanni Segantini si trasferisce nell'Egandina, una valle della Svizzera, all'interno del villaggio di Maloggia, luogo che nell'artista eserciterà una forte spinta spirituale e mistica e dove morirà a soli 41 anni a causa di una peritonite.
Lo stile divisionista di questo pittore rispecchia esattamente la concezione di questo movimento: tecniche non riconducibili ad uno schema predefinito, il riferimento alla psicologia e al Realismo in opposizione al Classicismo, interiorizzazione della natura, puntinismo e richiami all'arte preraffaellita.
In particolare il quadro che vi propongo oggi richiama alla maternità universale, all'interno di un simbolismo in cui l'autore dell'opera genialmente evita l'uso del colore nero (significato di morte) attraverso l'uso di una tavolozza più morbida, con colori divisi e non assimilati tutti insieme.
Le due madri quadro di Giovanni Segantini
Segantini - Le due madri

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