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domenica 28 ottobre 2012

Egon Schiele - "Paesaggio Boemo" (Tramonto Autunnale)


Il dramma dell'esistenza nei colori di Schiele

Una giornata autunnale degna di questo lavoro di Egon Schiele (1890-1918), pittore e incisore austriaco pupillo di Gustav Klimt, la cui vita è stata empre segnata da contorni mistici e misteriosi, morendo all'età giovanissima di 28 anni. Nel suo lavoro Schiele comunicava l'ansia di vivere, la deformazione e l'introspezione psicologica dell'individuo, la distorsione e la comunicazione del disagio interiore proprio ed umano attraverso l'uso del nudo, sia maschile che femminile, spesso ritratti in modo contorto e quasi mai nella loro completa interezza. Molti lo collocano nel movimento Espressionista.
Il talento di questo artista fu notato dal padrino alla morte del padre Adolf, che faceva il capostazione. In giovane età aveva infatti già iniziato a dipingere, producendo almeno trecento dipinti e tremila opere su carta, e nel 1906 fece il suo ingresso all'Accademia delle Belle Arti di Vienna. Tuttavia, l'entrare nel prestigios istituto comportò un feroce distacco dalla madre, che accusava il figlio di averla lasciata praticamente sola.
Schiele tuttavia si distaccò presto dagli insegnamenti dell'Accademia, cerando al di fuori di essa l'ispirazione artistica necessaria, raffigurando la natura con colori anticonvenzionali. E' di questo periodo l'incontro con Klimt, il cui comune interesse per il disegno dei nudi e della sessualità maschile fece nascere tra loro una grande e reciproca amicizia.
Proprio Klimt iniziò ad aiutare il giovane Schiele nel suo lavoro, organizzandogli mostre, presentandogli delle modelle e facendolo finanziare da alcuni mecenati.
L'espressionismo del maestro austriaco è tagliente, incisivo: la tela è uno spazio vuoto dove si giocano i drammi interiori del'esistenza, in cui il colore stesso diventa un elemento autonomo, segno di disfacimento e di lotta continua tra la vita e la morte. Proprio per via della sua morte prematura Schiele non fu immediatamente compreso dai suoi contemporanei, che lo definivano un pittore frustrato e dallo stile incomprensibile e scioccante, alienato dalla società in cui viveva.
Egon Schiele Paesaggio boemo tramonto autunnale
Schiele - Paesaggio boemo


venerdì 26 ottobre 2012

Arte Visiva - Ombre Cinesi


La magia delle ombre cinesi

L'arte di disegnare con l'uso dell'ombra.
Le ombre cinesi nascono in Cina moltissima anni fa e venivano spesso ammirate in teatrini ambulanti molto simili a quelli utilizzati per le marionette. La maggior parte di questi prodigiosi spettacoli avveniva durante i periodi di importanti festività e quasi sempre vicino a teatri, mercati, templi e zone di grande affollamento.
Lo svolgimento di uno spettacolo era molto semplice: dietro una grande parte bianca gli attori utilizzavano personaggi di legno (successivamente di cuoio) illuminati da una lampada, che aveva così in questo modo la possibilità di "proiettarne" l'ombra, rendendoli di dimensioni più grandi del reale rispetto all'occhio dello spettatore.
La prima ombra della storia, secondo la leggenda, pare sia stata Li Furen, la concubina dell'imperatore cinese Wudi. La storia narra che alla morte della donna, restando il sovrano molto triste per la sua scomparsa, i suoi eunuchi fecero scolpire una statua di legno ad immagine della donna e ne fecero proiettare l'ombra su una tenda.
L'imperatore credeva così di incontrare lo spirito della sua amata.
Teatrino delle Ombre Cinesi
Teatrino delle Ombre Cinesi















martedì 23 ottobre 2012

Hans Anderson Brendekilde - "Sentiero boschivo in autunno"


Sguardo d'autunno nell'opera di Anderson

Nel guardare questo quadro si respira l'odore dell'autunno, le sue splendide sensazioni, la malinconia che coglie il senso dell'inevitabile scorrere del tempo, la fine delle belle giornate estive, il buio che arriva sempre prima della luce. Il silenzio trasportato dal vento, come foglie morte che non hanno più una casa dove andare.
Imbattersi quasi per caso in questa opera, frutto del lavoro del pittore danese Hans Anderson Brendekilde(1847-1952), artista amante della pittura di paesaggi e di raffigurazioni di realismo sociale, come la raffigurazione di contadini nel corso del loro lavoro nei campi, significa scoprire ancora una volta la bellezza della natura nelle sue più semplici manifestazioni: un viale alberato, una donna seduta su una panchina che volge la testa alla sua sinistra, dove due figure sullo sfondo sembrano avvicinarsi lentamente.
Intorno, foglie, alberi, colore di vita e morte che circondano tutto il contesto, che sembra quasi "invaso" da tanta melanconica bellezza, quasi a dire che la natura è sempre intorno a noi, ci abbraccia, ci accompagna nel corso della nostra esistenza, esattamente come recita questo antico haiku giapponese di Matsuo Bashõ:

Inizio d'autunno:
nel mare e nei campi
un verde solo
Un sentiero in autunno dipinto dall'artista Hans Anderson
Anderson - Sentiero in autunno



lunedì 22 ottobre 2012

Frida Kahlo - "Le due Frida"


Una Frida amata, e l'altra no

Nella nostra esistenza siamo come questo quadro dipinto dalla bravissima Frida Kahlo, della quale avevamo parlato qualche tempo fa. Amiamo quello che abbiamo e odiamo quello che non possiamo avere, soprattutto in amore, la cui forza è capace di muoverci a fare cose di cui spesso non siamo realmente capaci.
L'amore spesso ci stravolge la realtà, la disturba a tal punto da crearne addirittura un altra, una visione, un film mai girato prima, una storia che potrebbe essere scritta ma che non è mai venuta in mente a nessun narratore.
Frida dipinse questo quadro dopo il divorzio da suo marito, il pittore Diego Rivera, dopo una storia di amore tanto appassionato quanto difficile e sofferto, tanto i due si tradivano e si amavano nello stesso tempo. Proprio per questo la pittrice si è rappresentata sdoppiata, una vestita con i tipici abiti messicani, intenti a tenere in mano un piccole medaglione con la foto del marito, ancor desiderata da quest'ultimo.
L'altra, con abiti più europei, collegata alla sua gemella tramite una grande arteria che però, come vediamo nelle forbici in basso, sempre voler tagliare per fermare l'afflusso del sangue. O ancor meglio, del dolore di essere stata abbandonata.
Lo sguardo di tutte e due le donne è il medesimo, e non è rivolto ad altri se non allo spettatore, che proprio in questo modo può entrare nella grande intimità di questo quadro e percepirne ogni sensazione, ogni aspetto del dramma di un amore ormai finito: una Frida amata, e l'altra no. Non più.
L'opera di Frida Kahlo le due Frida, una amata, l'altra no
Frida - Le due Frida

martedì 16 ottobre 2012

Aubrey Vincent Beardsley - "La toeletta di Salomè"


Il bianco e nero di Salomè

"Ho uno scopo: il grottesco. Se non sono grottesco non sono niente".
In queste parole si racchiude la stravagante personalità di Aubrey Beardsley, illustratore, scrittore e pittore inglese (1872-1898) che fu molto influente negli ambienti teatrali all'epoca di Oscar Wilde.
Interessanti a tal proposito, i lavori che realizzò per la rappresentazione teatrale di Salomè (opera di Wilde) e da cui oggi è tratta una delle sue più simpatiche illustrazioni
Beardsley non visse a lungo, ma nei suoi ventisei anni riuscì a contraddistinguere il suo lavoro per le numerose contraddizioni figlie del suo tempo (fu accusato da molti suoi contemporanei di essere omosessuale e di aver avuto addirittura una relazione incestuosa con sua sorella minore Mabel): una società, quella inglese, capitalista e che iniziava allora ad abbracciare il gusto dell'imperialismo: un armonia contrapposta al disordine, all'incertezza determinata dal mercato e dagli scambi commerciali tra nazioni e culture diverse: un bianco e nero che Beardsley utilizzerà a tale scopo proprio nei suoi disegni.
L'artista era grande amico di Oscar Wilde e fu proprio per questo nel 1893 realizzò per lui le immagini dedicate alla prima rappresentazione dell'opera, che si tenne in Francia. Amava molto lo stile e i colori di taglio giapponese che utilizzava proprio nelle sue campiture piatte (copertura con colorazione uniforme di uno spazio delimitato in precedenza).
La vignetta di Beardsley la toeletta di Salomè
Beardsley - Salomè


lunedì 15 ottobre 2012

Edouard Cortes Leon -"Place Vendome sotto la pioggia"


Cortes, il poeta della pioggia

Quanta poesia nella pioggia. Ogni goccia di essa ha la sua storia, come le infinite vite degli uomini.
Per questo come in un baleno, l'unico quadro che oggi poteva comparire tra i nostri sogni non poteva che essere questo magnifico lavoro di Edoaurd Cortes Leon (1882-1969), un pittore impressionista di Parigi definito un poeta dai suoi contemporanei proprio per la magia che era in grado di immortalare nelle sue tele.
Cortes si definiva un artista indipendente, alla continua ricerca di una sua tecnica personale, una scoperta continua delle potenzialità del colore, tanto da autodefinirsi spesso, proprio ai suoi interlocutori, "uno studente di me stesso".
Il quadro di cortes: Place Vendome sotto la pioggia
Cortes - Place Vendome sotto la pioggia


sabato 6 ottobre 2012

Piet Mondrian - "Composizione con piano rosso grande, giallo, nero, grigio e blu"


Mondrian, il padre del design

La storia di Piet Mondrian (1872-1944) è la storia di un pittore che da impressionista è diventato padre del moderno design, tanto il suo stile e la sua tecnica si sono evolute per aprirsi a nuovi orizzonti tematici. La semplicità apparente di questo quadro proposto oggi quindi non deve ingannare, perché frutto di una forte riflessione che l'artista ebbe in più di 30 ani di lavoro incessante e di studio analitico del colore
Il Mondrian impressionista è stato un bravissimo realizzatore di tele, tra cui bellissimi mulini e paesaggi con alberi, influenzato dalla campagna della sua nazione natale, l'Olanda. La svolta tuttavia che cambiò completamente il suo stile fu l'incontro con il cubismo, che lentamente cambiò la realizzazione e le forme delle rappresentazioni nelle sue tele, che iniziarono ad assumere nei contenuti forme geometriche sempre più definite e pigmentazioni sempre più nette.
Fu alla fine del 1919, al termine della Prima Guerra Mondiale e totalmente immerso nella cultura parigina di quel periodo (Mondrian si era infatti stabilito in Francia per la seconda volta dopo il 1912) che iniziò a produrre composizioni a carattere interamente geometrico, con piani interamente incastrati tra loro, esprimendo in questo modo l'idea di una natura ridotta ai suoi elementi più basilari, alle sue rappresentazioni più elementari, in un armonia di forme perfettamente inserite nel loro contesto e coerenti alla ricerca della verità assoluta degli oggetti.
Ancora adesso le sue opere sono fonte di ispirazione per l'arte moderna, così come il suo stile a griglia, spesso utilizzato nelle creazioni stilistiche, e non, di design.
Mondrian composizione con piano rosso grande, giallo, nero, grigio e blu
Mondrian - Composizione

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