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giovedì 23 agosto 2012

Honorè Daumier - "Gargantua"


Gargantua, il re corrotto di Daumiere

Ecco un artista capace di capire perfettamente lo spirito del suo tempo attraverso la satira politica, assolutamente moderna anche nei nostri tempi sempre più difficili da comprendere. Pittore, scultore, caricaturista e litografo francese, Honorè Daumiere (1808-1879) era figlio di di un restauratore e poeta, Jean-Baptiste-Louise, che nel 1814 si trasferì con l'intera famiglia a Parigi per cercare il successo con l'opera poetica.
Nonostante tuttavia il discreto successo la famiglia di Daumiere si trovava in precarie condizioni economiche, tanto che il giovane Honorè dovette iniziare a lavorare all'interno di una libreria, dove scoprì in un secondo momento la sua particolare inclinazione per la pittura. Nel 1825 iniziò la sua collaborazione con la rivista satirica "La Silhouette", impegnandosi attivamente contro la monarchia.
Nel 1830 partecipò alla Rivoluzione, passando a lavorare al giornale "La Caricature" dove nell'anno successivo fu arrestato per aver pubblicato una sua caricatura del Re di Luigi che soprannominato Gargantua, lo vede intento a soggiogare il popolo e a corrompere la classe politica. 
Per questo motivo Daumier fu processato e condannato a sei mesi di carcere. Scontata la pena, riprese la sua lotta personale con il Re, ritraendolo continuamente con il volto a forma di pera.
Solo con la caduta della monarchia Daumiere iniziò la sua carriera di pittore diseganndo prima una importantissima allegoria della Repubblica e successivamente un quadro a soggetto religioso raffigurante la Maddalena, nella realizzazione della quale sembra aver preso parte anche l'amico Delacroix.
Gargantua, la caricatura del Re Luigi Filippo disegnata da Honorè Daumiere
Gargantua - Daumiere

domenica 12 agosto 2012

Carlo Carrà - "Il Cavaliere Rosso"


Carrà, uno sperimentatore nel  Futurismo 

Carlo Carrà (1881-1966), pittore italiano aderente al Futurismo e successivamente alla metafisica, è stato un professionista completamente aderente, pur formandosi all'interno della tradizione ottocentesca, a tutte le novità tecniche e artistiche del Novecento.
Di famiglia artigiana, iniziò a dipingere in giovanissima età durante un lungo periodo di convalescenza a seguito di una brutta malattia, divenendo successivamente decoratore murale a Valenza. nel 1900, durante l'Esposizione Universale, si recò a Parigi per eseguire alcuni lavori di decorazione, e rimase affascinato dalla qualità di pittori del calibro di Delacroix, Monet, Gauguin, Cèzanne.
Visse anche a Londra, dopo ebbe anche dei brevi trascorsi politici con alcuni gruppi anarchici che risiedevano in Inghilterra. nel 1906 entrò nella prestigiosa Accademia di Brera come allievo di Cesare Tallone, aprendo la propria strada al divisionismo e facendo la conoscenza di numerosi futuri artisti italiani del periodo come Umberto Boccioni, e con il quale, insieme a Filippo Tommaso Marinetti e Luigi Russolo curò la redazione del Manifesto del Futurismo, che esortava le nuove giovani generazioni artistiche a provare nuovi approcci e sperimentazioni attraverso un innovativo linguaggio di espressione.
Il Futurismo di Carrà, che lo interessò per ben sei anni della sua straordinaria carriera, vedeva nelle opere dinamismo e leggerezza, eliminando concetti come la gravità ma dando sempre la sensazione del movimento. In un periodo successivo, più vicino alla Metafisica, abbandonò queste sue idee per ritrovare concretezza nella forma, più vicina tuttavia ad un senso magico e onirico della pennellata. prima della sua morte si interessò anche al trascendentale, dove recuperava nei suoi quadri il rapporto tra l'oggetto e la necessità dell'astrazione.

L'opera di Carlo Carrà, il Cavaliere Rosso
Carrà - Cavaliere Rosso

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